skip to Main Content

I miti sul karate. La verità dietro le leggende.

La parola mito deriva dal greco e significa "racconto". il mito narra gesta di dei, semidei, eroi e mostri. Si diffonde oralmente prima di essere scritto, perpetuandosi nella tradizione. I miti e gli stereotipi sono storie più o meno vere che ritroviamo in tutta la storia umana. Anche il karate si è diffuso in tutto il mondo grazie a storie, stereotipi e miti. Esaminarli è importante per comprendere l'essenza di questa arte marziale e spogliarla delle storie raccontate dal cinema.

Daniele Bondi

Sono laureato in Scienze Motorie all'Università degli Studi di Urbino. Sono istruttore federale FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), istruttore paralimpico FIJLKAM/FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo-relazionali) di karate. Cintura nera 5° Dan di karate. Membro della Commissione Tecnica Nazionale AICS.  Preparatore atletico di agonisti di varie discipline di forza-velocità.

Miti del Karate - Dal film Karate Kid - Ralph Macchio e Pat Morita

Cosa credono di sapere le persone sul karate

Il karate è avvolto da vari miti che influenzano la percezione di questa disciplina e dei suoi praticanti.

Dipende dal fatto che il karate ha avuto origini in paesi lontani e sconosciuti fino all’era moderna? Non crediamo dipenda solo da questo.

Infatti, altri sport come il pugilato, per esempio, sono avvolti da stereotipi e miti che non hanno nulla a che fare con la pratica agonistica come le seguenti leggende e generalizzazioni nutrite da racconti e film:

  • I pugili sono poco intelligenti
  • Il pugilato è solo una questione di forza 
  • Tutti i pugili subiscono danni cerebrali
  • Le donne non possono praticare il pugilato
  • I pugili sono persone violente
  • I pugili non utilizzano la strategia
  • Tutti i pugili sono muscolosi

Torniamo al nostro tema: i miti sul karate.

Uno di questi miti riguarda il tameshiwari, l’abilità di rompere mattoni o tavolette, forse una delle abitlità più spesso associate al karate.

È importante sottolineare che non tutti i praticanti di karate si dedicano al tameshiwari e non è un elemento essenziale per dimostrare la vera abilità nel karate. Al contrario.

Questo mito può influenzare negativamente la percezione del karate, poiché può portare a un’enfasi eccessiva sull’aspetto spettacolare e distrarre dall’importanza degli aspetti tecnici e filosofici che hanno contribuito alla storia del karate.

Il mito della cintura nera

Un altro mito comune è il concetto della cintura nera, spesso frainteso come il grado più alto nel karate.

La cintura nera rappresenta in realtà solo l’inizio del vero allenamento nel karate e non è il grado più elevato. Questo mito può portare a una percezione distorta della progressione nel karate e della vera maestria, enfatizzando l’importanza del prestigio e del riconoscimento esterno piuttosto che della crescita personale e dell’auto-miglioramento.

Questi miti hanno sovente condizionato la percezione del karate e dei praticanti, generando un’immagine distorta di questa disciplina.

L’accento sulla spettacolarità e sul prestigio esteriore può oscurare i veri valori del karate, come la disciplina, il rispetto, e lo sviluppo personale.

Inoltre, tali miti possono creare pressione non necessaria sui praticanti, poiché la ricerca di risultati esteriori diventa più importante della crescita interiore e della comprensione profonda dell’arte marziale.

Immagine di due karateka all'aperto

I miti più comuni sul karate

Racconti, stereotipi e credenze popolari rappresentano un modo per tramandare miti e leggende. In alcuni casi ne incontriamo di divertenti. Molto spesso, al contrario, alimentano disinformazione e una sottocultura che il cinema e i social media assecondano.

Ecco alcuni degli stereotipi più comuni riguardanti il karate:

  1. Il karate è solo uno sport. Questo è un mito comune, ma il karate è in realtà un’arte marziale che si focalizza sulla difesa personale e sviluppo personale, non solo uno sport competitivo.
  2. Il karate è solo per i giovani. Anche se il karate può essere iniziato in giovane età, è adatto a persone di tutte le età. Molti adulti praticano il karate per migliorare la loro forma fisica, disciplina e autodifesa.
  3. Il karate è violento, pericoloso e le lesioni sono frequenti: Questo mito deriva dalla percezione che le arti marziali siano tutte basate sulla violenza e sull’imparare a combattere. In realtà, il karate enfatizza il rispetto, l’autodisciplina e la padronanza di sé più che l’aggressività. Con la supervisione di istruttori qualificati, il karate può essere praticato in modo sicuro anche da bambini di 4 e 5 anni.
  4. Il karate rende una persona invincibile. La pratica del karate può migliorare le capacità di autodifesa di una persona, ma non fa di qualcuno un supereroe invincibile. È importante ricordare che la prevenzione e l’evitare situazioni pericolose sono spesso le migliori strategie di autodifesa.
  5. I karateka hanno un totale autocontrollo. Sebbene il karate insegni il controllo e la disciplina, i praticanti non sono immuni alle emozioni come ogni essere umano.
  6. Quando ottieni la cintura nera, devi registrarti come arma letale presso la stazione di polizia anche se vale solo per certe nazioni. Abbiamo sentito affermare anche questo!
  7. Il karate è solo colpi e calci. Anche se il karate impiega colpi e calci, include anche tecniche di blocco, proiezioni, atterramenti, leve articolari e sottomissioni. È una disciplina molto completa e offre molte possibilità di apprendimento. Anche questo mito è stato rappresentato in molti modi diversi dal cinema americano e asiatico, molto spesso mostrando combattimenti tra arti marziali diverse o scuole e stili nell’ambito della stessa arte marziale. Questo ha contribuito a creare una forte separazione e competizione tra le arti marziali.
  8. Devi essere atletico, forte o flessibile per praticare il karate: In realtà, il karate è adatto a persone di diverse abilità fisiche.
  9. Se ottieni la cintura nera, sei un maestro di karate: In realtà, ottenere la cintura nera è solo l’inizio e non significa aver raggiunto la padronanza del karate.
  10. I karateka spaccano mattoni in palestra per indurire varie parti del corpo: Questo è davvero un mito che il cinema ha alimentato per anni. Anche se il karate prevede l’addestramento alla forza, la pratica del “rompere” è un’esibizione che in pubblico riscuote sempre tanta curiosità, oggi anche grazie ai social media che ripropongono questo stereotipo ridicolo.

Sfatare i miti attraverso l’analisi dei kata

L’analisi dei kata è un elemento cruciale nel processo di smentita dei miti comuni sul karate. Ad esempio, esaminando il ruolo attivo e strategico dell’hikite nelle applicazioni dei kata, si può dimostrare in che modo questo contribuisca a sfatare i miti legati al karate.

L’hikite, o l’azione di tirare indietro il braccio durante un movimento, non serve solo a generare potenza nei colpi, ma anche a preparare un contrattacco e a facilitare il movimento del corpo.

Questo dimostra che il karate non si basa esclusivamente sulla forza fisica, ma anche su una strategia e tecnica ben studiate, contrastando così il mito comune che il karate si fondi esclusivamente sulla forza.

Inoltre, l’approfondimento sul processo di analisi delle applicazioni dei kata, noto come bunkai, offre un’ulteriore opportunità per smentire i miti legati al karate.

Il bunkai è il metodo attraverso il quale si esplorano e si comprendono le applicazioni pratiche dei movimenti presenti nei kata.

Questo processo mette in luce la ricchezza e la varietà di tecniche e strategie presenti nel karate, confutando l’idea comune che questa arte marziale sia limitata o monodimensionale.

Attraverso il bunkai, si può evidenziare come il karate sia una disciplina completa e articolata, in grado di adattarsi a diverse situazioni e contesti, sfatando così il mito che il karate sia una pratica rigida e statica.

Verità dietro i miti sul karate

Svelare la verità dietro i miti sul karate è fondamentale per comprendere appieno l’arte marziale e sfatare le credenze comuni.

Esaminando la sua creazione e lo sviluppo storico, emergono chiaramente le origini del karate come un’arte marziale distintiva e autonoma, senza essere influenzata da altre discipline.

Questo dimostra che il karate è un sistema completo e indipendente, con le sue radici uniche che lo distinguono come una pratica marziale autentica.

Inoltre, evidenziare il ruolo storico e culturale del karate, contrapponendolo ai miti comunemente diffusi, offre un’opportunità per approfondire la comprensione della pratica.

Questo approccio permette di chiarire che il karate è stato influenzato dall’ambiente di Okinawa e non da altre discipline, rafforzando ulteriormente la sua autenticità e originalità.

Attraverso questa analisi, diventa evidente che il karate ha una storia ricca e profonda che merita di essere esplorata per comprendere appieno la sua vera essenza.

Impatto dei miti sul progresso nell’arte marziale

Il concetto giapponese di “Disperdere le nuvole, cercare la via” invita i praticanti di karate a superare l’ambiguità e a rimuovere i miti che possono ostacolare il progresso nell’arte marziale.

Questo significa che la comprensione e la consapevolezza riguardo ai miti e alle leggende sul karate sono cruciali per il perfezionamento della pratica.

Svelare la verità dietro il mito comune che il karate sia influenzato da discipline esterne come il Kung-Fu cinese è essenziale per preservare l’autenticità e l’unicità di questa forma d’arte.

Attraverso la conoscenza accurata, i praticanti possono superare le false credenze e concentrarsi sulla vera essenza del karate, permettendo così loro di progredire in modo significativo nelle proprie abilità marziali.

Inoltre, i miti possono avere un impatto significativo sulla comunità del karate e sui praticanti stessi.

Per esempio, il mito secondo cui la cintura nera rappresenti il grado più alto nel karate può influenzare la percezione dei praticanti e del pubblico in generale.

Far emergere la verità dietro questo mito, evidenziando che la cintura nera è solo l’inizio del vero allenamento, è fondamentale per garantire una comprensione accurata della progressione e della dedizione richiesta nel karate.

Riflessione sulle leggende e la verità

Le leggende e i miti comuni sul karate hanno un impatto significativo sulla percezione e la pratica di quest’arte marziale, influenzando la mentalità dei praticanti e del pubblico in generale.

Ad esempio, uno dei miti diffusi è che il karate è stato creato da persone appartenenti a classi nobili o guerriere ad Okinawa, ma la verità è che è stato sviluppato principalmente da contadini che avevano bisogno di difendersi senza l’uso di armi. Questa discrepanza tra la percezione comune e la realtà del karate mostra quanto i miti possano distorcere la comprensione dell’arte marziale.

Conclusioni

In conclusione, svelare la verità dietro i miti comuni sul karate è cruciale per una comprensione accurata e consapevole di questa disciplina.

Attraverso l’analisi approfondita e la smentita dei miti, è possibile preservare l’autenticità e l’essenza unica del karate come arte marziale.

È importante riaffermare l’importanza di sfatare i miti per garantire che il karate venga praticato e compreso in modo corretto, senza essere influenzato da credenze erronee.

Ad esempio, è comune il mito che il karate sia stato influenzato dal Kung-Fu cinese, ma la smentita di questo mito sottolinea l’unicità e l’autonomia del karate come arte marziale a sé stante.

Un’altra riflessione importante è che l’analisi dei miti comuni sul karate può contribuire a guidare i praticanti verso una pratica più consapevole e approfondita.

Quando i miti vengono smentiti attraverso l’analisi critica e la comprensione accurata delle origini e dei principi del karate, i praticanti possono sviluppare una visione chiara e obiettiva della disciplina.

Ad esempio, la comprensione approfondita del ruolo storico e culturale del karate può aiutare i praticanti a superare idee sbagliate sulle origini e l’evoluzione di questa arte marziale, consentendo loro di apprezzare appieno la sua unicità.

Pertanto, svelare la verità dietro i miti comuni sul karate non solo preserva l’autenticità della disciplina, ma contribuisce anche alla formazione di praticanti più consapevoli e informati.

Da leggere anche La storia del karate

Clicca sui bottoni per altri post sui seguenti temi

Arti marzialiKarate per bambiniScuola di karate Forlì
Back To Top